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al testo di Giovanni Bartezzaghi
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AI SIGNORI DELLA GUERRA
Vorrei, Signor, poter ragionar con Voi che insanguinate il mondo con le guerre ma se ascolterete quel che dico poi insiem abbellirete l'alme terre.
Nell'illusion di soggiogar le genti forse ammaliati dall'eterna gloria dimenticate il corso degli eventi coi quali l'uomo scrisse la sua Storia.
La quale insegna che chi ha imperato recise con furor le avverse vene e nell'orrido teatro qui disegnato feriti e morti riempiono le scene.
Intrappolati nell'enorme sacca son lì stesi i rival della contesa è calato il buio, fra odor di biacca, su più vite immolate per pretesa.
E del dramma fan parte tutti quanti da non distinguer vincitori e vinti ed è tal che nessun può menar vanti a men di creder che i morti sian finti.
Stanchi e umiliati dalle privazioni gl'ignavi tutti, dell'una e altra parte sopportan cheti mille privazioni e vedon nel campare la sola arte.
E nell'erebo sciupan i lor giorni, col passo incerto trascinano le ossa di corpi smunti, senza più ritorni, giunti sul ciglio dell'eterna fossa.
Signori, spiegate Voi a chi Vi parla quale vantaggio si trae da un conflitto se dalla guerra, a ben esaminarla, anche il vincitor ne esce alfin sconfitto?
E' inutile seminar terrore se è già scritto che il terror non paga, mi pare saggio, da recarVi onore, cercar a un tondo di sanar la piaga.
Questa dev'esser la vera e sola via per mediar insiem eventuali torti e ragionar con calma, mai lasciar che sia la cieca ira a decidere le sorti.
Perciò Vi prego di scendere dal ring non siate schiavi di barbari duelli è nei pensieri di Martin Luther King che troverete il viver da fratelli.
Sogno allor di veder la Vostre mani stringersi cordiali fra li sorrisi che annunciano i profumi del domani e splendon dolci su i radiosi visi.
Si avvolga poi in un mare di colori il mondo per un'altra dimensione nascan spontanei canti, balli e amori e gloria sia per ogni religione.
Così da ridisegnare il pianeta in un'Era superiore e feconda, di abbondanti messi muoia la dieta degli affamati di questa baraonda.
Ascoltate l'uomo che sempre spera in un nobile e romantico avvenir, date voce ai miseri della sfera e tacete l'armi che li fa morir!
Va canzone e intenerisci 'l core di lor Signor dall'animo pugnace, porta al mondo le voci di dolore che van gridando pace, pace, pace.
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